«Sta tranquilla, ci sono io con te, ti proteggo io»: Shannon Johnson, 45 anni, ispettore sanitario, non ha mai smesso di dirlo, fino all’ultimo, fino a quando non è stato più in grado di pronunciare una sola parola, ucciso dai colpi di Farook nel Centro regionale per disabili di San Bernardino, in California. A raccontarlo è Denise Peraza, 27 anni, una dei 21 feriti, protetta dal corpo di Shannon durante la sparatoria. E’ ancora sotto shock, non ricorda bene la dinamica dei fatti, ma ha ben presente che Johnson le ha salvato la vita: per lei oggi lui è un amico, un eroe. Per Mandy Pifer, la fidanzata di Johnson, lui, impiegato al San Bernardino, è l’uomo più gentile che sia mai esistito. Non la sorprende che si sia comportato così: «Non aveva paura di morire», racconta in un’intervista alla Cnn. «Aveva le braccia intorno a me, mi teneva stretta il più possibile dietro alla sedia, e nonostante il caos continuava a dirmi: “Non ti preoccupare, ci sono io con te». Per Peraza, Johnson è il suo salvatore. Esattamente cinque minuti prima che i due sparatori iniziassero a far fuoco, lei e Johnson stavano scherzando sul fatto che l’orologio potesse essere rotto, visto che il tempo passava lentamente. Erano in riunione, per questo si trovavano insieme: i due avevano lavorato nello stesso ufficio, uno accanto all’altro, fino a due mesi fa, ma adesso Peraza era stata trasferita in un altro ufficio. «Aveva sempre un sorriso per tutti in ufficio, e un aneddoto sui suoi viaggi in Georgia, quando tornava a casa», racconta la donna. Johnson conosceva Syed Rizwan Farook, uno dei due killer, e gli piaceva: parlavano spesso di religione, racconta la compagna di Johnson. Ma Johnson le aveva confidato che Farook poteva infuriarsi molto se si sentiva offeso. «Shannon avrebbe potuto parlare con lui e spiegargli che nessuno stava offendendo la sua religione», aggiunge. Ma non ne ha avuto modo: è rimasto ucciso sul pavimento del centro, mettendo se stesso tra i due killer e la sua amica. «Shannon era una persona generosa, un’anima piena d’amore, teneva alla sua famiglia e ai suoi amici, proteggeva tutti quelli a cui voleva bene», scrive oggi su Facebook Mandy, pubblicando anche alcune delle foto più belle di Shannon. «Shannon amava il suo lavoro, viveva una vita tranquilla a Los Angeles, amava le lunghe passeggiate, andare ai concerti, le chiacchierate, la musica, i suoi animali, le risate. Shannon credeva nella grandezza dell’amore, nell’eguaglianza e nella gentilezza. Chiunque lo conosceva avrà nostalgia di lui più di quanto si possa immaginare».

(fonte: Il Corriere della Sera)